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Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Corso di laurea in infermieristica - Sede di Modena

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Titolo Tesi Infermiere e autismo: la clown terapia come strumento per migliorare la relazione e la comunicazione con il bambino e il ragazzo autistico
Cognome e NomeDalla Costa Martina
Relatore(i)Masoni Barbara
Anno Accademico2017/18
Tipo tesicompilativa

Riassunto

Questo elaborato tratta il disturbo dello spettro autistico, che può essere cronico, neurologico e dello sviluppo. Esso comprende il disturbo autistico, il disturbo di Rett, il disturbo disintegrativo della fanciullezza, il disturbo pervasivo dello sviluppo non altrimenti specificato (PDD-NOS) e la sindrome di Asperger, perché i sintomi sono di varia tipologia e gravità. Le cause non sono note, ma alcuni studi suggeriscono che l’autismo sia dovuto a fattori genetici, biologici ed ambientali. Si manifesta nei primi anni di vita in tutti i gruppi etnici ed economici. Viene interessata la dimensione socio-comunicativa, dell’evoluzione e dell’apprendimento sociale, oltre che la trasferibilità, l’ambito sensoriale e percettivo motorio. I segni ed i sintomi dell'autismo quali la comunicazione e l'interazione sociale compromessa, i comportamenti stereotipati, rigidi e ripetitivi, la restrizione degli interessi, l’ipo o l’iper sensibilità a luce, rumori, odori e temperatura possono trapelare in svariati modi ad età diverse ed in ogni individuo possono mutare nel tempo e variare con la maturità. L’approccio con il bambino autistico, i suoi familiari ed il caregiver deve essere tanto relazionale quanto tecnico e deve fondarsi sull’empatia, al fine di sviluppare un’alleanza terapeutica nella relazione di cura alla persona. Un professionista infermiere, preparato in ambito psicologico, etico, relazionale e comportamentale, è in grado di divenire un clown infermiere efficace, agendo sulla mente, sul corpo e sullo spirito mediante il gioco, al fine di sviluppare competenze tecniche ed artistiche, emozioni positive e qualità quali accettazione, accoglienza e condivisione.
Questo permette di promuovere l’autonomia e la partecipazione attiva della persona, di implementare i sistemi mentali, affettivi, corporei, relazionali e di migliorare la comunicazione con il bambino ed il ragazzo autistico.