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Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Corso di laurea in infermieristica - Sede di Modena

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Titolo Tesi Cure infermieristiche al paziente portatore di Dispositivo di Assistenza Ventricolare Sinistra Jarvik 2000®. Presentazione di un caso clinico.
Cognome e NomeDelfino Marilena
Relatore(i)Rossi Rosario
Anno Accademico2015/16
Tipo tesicompilativa

Riassunto

L’insufficienza cardiaca è in continua crescita nelle società occidentali. Ciò è dovuto al progressivo e crescente invecchiamento della popolazione e all’aumento dei fattori di rischio di tale patologia. Il trapianto cardiaco, pur rappresentando il trattamento migliore per lo scompenso cardiaco avanzato, spesso non è di possibile attuazione, o per la scarsa disponibilità di donatori, o perché le condizioni generali del paziente rappresentano una controindicazione all’intervento.
L’introduzione di dispositivi di assistenza ventricolare sinistra (LVAD) ha cambiato le prospettive terapeutiche di queste persone. Tali dispositivi sono nati per essere impiantati in attesa del trapianto cardiaco ma la loro grande evoluzione negli ultimi anni ne ha permesso l’utilizzo anche come “terapia di destinazione”. Gli LVAD di seconda e ultima generazione sono pompe associate a minor rischio di complicanze rispetto ai loro predecessori. In particolare il Jarvik 2000 è un modello molto tollerato, in quanto determina un evidente miglioramento della qualità di vita dei destinatari.
I pazienti con un dispositivo di assistenza ventricolare sinistra richiedono un approccio multidimensionale che parte fin dalla fase preoperatoria. In special modo, l’infermiere ha un ruolo di rilevante importanza, perché si occupa sia di monitorare il paziente in terapia intensiva e nei reparti di degenza, prevenendo e rilevando eventuali complicanze, sia di educare il paziente e il caregiver sulla gestione dell’apparecchiatura, sull’autocura e sugli accorgimenti da adottare nella vita quotidiana. L’educazione terapeutica e il sostegno da parte dell’infermiere sono fondamentali anche per evitare disagi psicologici non solo del paziente, che è costretto a cambiare il suo stile di vita, ma anche del caregiver, il quale fornisce assistenza continua e facilmente può andare incontro a stress.