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Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Corso di laurea in infermieristica - Sede di Modena

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Titolo Tesi Trapianto di midollo osseo: ruolo dell'infermiere all'interno del percorso clinico-assistenziale con particolare attenzione all'educazione terapeutica
Cognome e NomeMele Marianna
Relatore(i)Cinque Giuseppina
Anno Accademico2014/15
Tipo tesicompilativa

Riassunto

Il trapianto consiste nel prelievo di cellule di midollo o sangue periferico da un donatore parzialmente o totalmente istocompatibile, da un gemello identico o dal paziente stesso e nella loro reinfusione dopo aver sottoposto il ricevente a radio e/o chemioterapia. L'applicazione del trapianto di midollo osseo (TMO) ha registrato negli anni una progressiva espansione delle indicazioni, tanto da diventare un trattamento di prima linea già nelle fasi iniziali di molte emopatie neoplastiche. Inoltre, i progressi ottenuti ne hanno permesso l'utilizzo anche in malattie non maligne. 
Le alte dosi di terapia somministrate prima del trapianto e il trapianto stesso, possono portare effetti indesiderati a carico di tutti gli organi e i tessuti, producendo severe complicanze secondarie immediate e tardive, di variabile intensità. Complicanze esclusive del TMO sono: la graft-versus-host-disease, la malattia veno-occlusiva, le infezioni opportunistiche e le seconde neoplasie.
L'assistenza infermieristica rivolta a questa tipologia di paziente è intensiva e globale, per cui si richiede una formazione specifica e completa. Il successo del  trattamento risulta essere influenzato in modo consistente dall'assistenza infermieristica, il cui obiettivo non è solo quello di prevenire ed eventualmente curare le complicanze che si potrebbero presentare intra e post trapianto, ma anche di rendere il paziente protagonista attivo del percorso diagnostico-terapeutico.
Per rendere possibile ciò, uno dei contributi più importanti apportati dal personale infermieristico durante tale trattamento è l'educazione terapeutica rivolta sia ai pazienti che alle relative famiglie. L'obiettivo è rendere il paziente consapevole della sua malattia e del suo percorso terapeutico, capace di auto-sorvegliarsi, di auto-curarsi, di adattarsi. L'educazione si propone quindi di portare il paziente a conciliare al meglio i propri progetti di vita alle esigenze del trattamento, migliorando così la qualità di vita.