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Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Corso di laurea in infermieristica - Sede di Modena

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Titolo Tesi ICD: la sfida tra la prevenzione della morte cardiaca improvvisa e i bisogni psicologici del paziente
Cognome e NomeConti Elena
Relatore(i)Panzera Nunzio
Anno Accademico2014/15
Tipo tesicompilativa

Riassunto

Ogni anno a causa della morte cardiaca improvvisa (MCI) più di 7 milioni di individui muoiono in tutto il mondo, di cui più di 300.000 solo negli Stati Uniti. Per cercare di far fronte a questo problema, che riguarda un numero così importante di persone, sono state sviluppate strategie di prevenzione che vedono al primo posto l’impianto di defibrillatori impiantabili (ICD), che hanno la funzione di analizzare l’attività cardiaca ed eventualmente rilasciare uno shock salvavita per il paziente. Coloro che sopravvivono a una MCI hanno un 20-25% di probabilità ogni anno che l’evento si ripeta, mentre nei portatori di ICD il dato scende a 1-2%.  L’uso di ICD è aumentato in modo significativo da quando sono state introdotte le nuove linee guida di impianto e sicuramente vi sono enormi benefici riguardo alla sopravvivenza dei pazienti qualora si verifichi un’aritmia maligna. Nonostante ciò questa terapia è spesso accompagnata da distress psicologico durante tutti gli aspetti del processo di cura: nel pre-impianto, nell’immediato ricovero post-intervento, nel follow-up a distanza di anni e durante tutto l’arco della vita, così come durante il fine vita. Il paziente e la sua famiglia devono affrontare importanti cambiamenti nella gestione quotidiana delle attività lavorative e sociali, partendo dall’indicazione all’impianto dove è necessario fare una valutazione dei rischi e dei benefici in un breve periodo di tempo. Sia immediatamente dopo l’intervento che in seguito, durante i follow-up, i professionisti della salute devono aiutare il paziente e la sua famiglia ad accettare il device e a rimodellare il proprio stile di vita.