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Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Corso di laurea in infermieristica - Sede di Modena

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Titolo Tesi Il cibo come “droga”: il caso clinico di un paziente affetto da Sindrome di Prader Willi.
Cognome e NomeSberveglieri Sara
Relatore(i)Di Lorenzo Rosaria
Anno Accademico2013/14
Tipo tesicompilativa

Riassunto

Attraverso l'analisi di un caso clinico severo di un paziente affetto da SPW, si evidenzieranno, in parallelo, le problematiche cliniche, terapeutiche, assistenziali e riabilitative connesse alla sindrome in oggetto, attraverso il giudizio clinico di diverse figure professionali. Il vasto numero di alterazioni organiche e comportamentali associate alla SPW fa di essa un disturbo di non facile gestione, che richiede l’intervento di vari specialisti con diverse professionalità.

Il programma riabilitativo intenso e continuativo che è stato svolto nel nostro caso clinico ha portato un grande miglioramento nelle capacità del paziente e una riduzione del numero dei ricoveri. Nonostante questi risultati positivi dal punto di vista psicologico e comportamentale, l’enorme sforzo riabilitativo educazionale messo in campo dal team dell’istituto Charitas, ha favorito solo una lieve riduzione del BMI alla fine del periodo di osservazione. Questo dato starebbe a indicare la stretta relazione patogenetica tra l’obesità e l’iperfagia presentate dai pazienti affetti da SPW, sintomi che sono parzialmente modulabili attraverso un approccio di tipo comportamentale e non farmacologico. Questa osservazione ci induce ad avvicinare questa sindrome alla dipendenza da sostanze, avallando ulteriormente l’ipotesi neurofisiologica che cibo e droghe stimolino lo stesso circuito cerebrale a livello del sistema limbico.