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Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Corso di laurea in infermieristica - Sede di Modena

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Titolo Tesi Carceri: luogo a rischio per la salute mentale? Confronto tra due realtà: italiana ed inglese
Cognome e NomeCantini Elisabetta
Relatore(i)Nicolini Patrizia, Zucchi Federica
Anno Accademico2013/14
Tipo tesicompilativa

Riassunto

Questa tesi ha lo scopo di porre a confronto due nazioni, Regno Unito ed Italia, riguardo l’organizzazione dell’assistenza sanitaria in carcere.
L’Italia nel 2013 è stata condannata dalla Corte europea per condizioni inumane nelle carceri, per questo e per altri scandali, l’Italia non può essere considerata come un modello di “carceri sane”. Ho preso come termine di paragone l’UK perché ha riconosciuto il tema della salute in carcere, e della salute mentale in particolare, come problema reale non solo per i detenuti ma anche per  gli operatori penitenziari. Per scrivere questa tesi ho effettuato una ricerca su Pubmed e Google Scholar, e ho contattato diversi autori. Purtroppo il materiale italiano sull’argomento è scarso e in alcuni punti non è possibile un confronto “alla pari”. L’analisi della documentazione scientifica ha permesso di evidenziare le seguenti problematiche: 65% degli uomini detenuti ha disturbi mentali; scarsità di attività proposte per occupare il detenuto; come mantenere almeno parte della funzione genitoriale; presenza di minoranze etniche; la tossicodipendenza; il sovraffollamento; prevalenza di malattie trasmissibili e la disabilità d’apprendimento. In generale si può dire che emerge l’importanza di fornire un supporto emotivo-psicologico. Questo sembra essere chiaro agli inglesi che coinvolgono carcerati in operazioni di supporto ad altri carcerati, che coinvolgono gli agenti carcerari nelle èquipe sanitarie e che preferiscono assumere infermieri con master in salute mentale o in disabilità d’apprendimento piuttosto che infermieri senza alcuna specializzazione. Tutto questo avviene anche se si riconosce che solo un’assistenza olistica garantirebbe il “principio di equivalenza”. In Italia l’assistenza infermieristica è rimasta a livello generico. L’assistenza infermieristica centrata sul supporto emotivo-psicologico al paziente e sul lavoro di èquipe, non è ancora diventata il fulcro dei piani terapeutico- riabilitativi per il detenuto.