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Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Corso di laurea in infermieristica - Sede di Modena

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Titolo Tesi L'ipotermia terapeutica.  La strategia assistenziale migliore dopo l'arresto cardiaco: una revisione della letteratura
Cognome e NomeBoiardi Stella
Relatore(i)Begliomini Bruno, Miccoli Rosa
Anno Accademico2013/14
Tipo tesiricerca

Riassunto

Background: L'arresto cardiaco risulta essere una delle maggiori cause di morte nel mondo; chi ne sopravvive poi va spesso incontro a gravi danni cerebrali causati dai meccanismi di ischemia-riperfusione che si instaurano nella fase dopo l'arresto. Oltre alla rianimazione cardiopolmonare svolta il prima possibile, un altro trattamento efficace è risultato essere l’ipotermia, come scelta terapeutica per la riduzione del danno dei vari sistemi in seguito all’ipoperfusione.

Materiali e metodi: E’ stata eseguita una ricerca di articoli scientifici, pubblicati non oltre i 5 anni, all’interno delle banche dati e sistemi Pubmed, Cinhal, Nursing Reference Center e Cochrane utilizzando i seguenti termini MeSH: “Therapeutic Hypothermia”, “Induced Hypothermia”, “Cardiac Arrest” And “Nursing”. Sono stati consultati testi che trattavano l’ipotermia terapeutica e la gestione dei sistemi di raffreddamento.

Risultati: Sono stati selezionati 81 tra articoli e testi che rispondevano ai criteri di ricerca impostati. Dopo la lettura del materiale bibliografico sono stati utilizzati 32 tra articoli e testi per la stesura dell’elaborato.

Conclusioni: L'ipotermia terapeutica risulta essere uno dei più efficaci trattamenti per questa popolazione di pazienti, in quanto permette sia un miglioramento dell'outcome neurologico che una riduzione del tasso di mortalità; le stesse linee guida dell'American Heart Association raccomandano un mantenimento della temperatura tra 32°C e i 34°C per 12-24 ore. Risulta cruciale il ruolo dell’infermiere nell’assistere i pazienti sottoposti a questa procedura, soprattutto per quanto riguarda la gestione e il controllo della temperatura corporea e dei vari sistemi di raffreddamento, la prevenzione e relativo trattamento degli effetti collaterali e il supporto ai familiari del paziente. Nonostante la comprovata efficacia di questa cura, ancora oggi però l’ipotermia terapeutica non è purtroppo utilizzata in tutte le realtà operative.