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Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Corso di laurea in infermieristica - Sede di Modena

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Titolo Tesi Il caso clinico di un paziente affetto da Disturbo del Comportamento Alimentare: problematiche diagnostiche,terapeutiche ed assistenziali
Cognome e NomeLancellotti Alessandro
Relatore(i)Di Lorenzo Rosaria
Anno Accademico2012/13
Tipo tesicompilativa

Riassunto

I Disturbi del Comportamento alimentare (DCA) comprendono l'Anoressia Nervosa (AN), caratterizzata da una riduzione significativa del peso (BMI ≤ 17 kg/m2) attraverso condotte restrittive e/o di eliminazione del cibo per il timore di ingrassare legati a vissuti dismorfofobici, e la Bulimia Nervosa (BN), in cui  il comportamento alimentare è caratterizzato da abbuffate e  successive condotte di eliminazione, senza il grave dimagramento dell'AN (DSM-V). Colpiscono, in rapporto di 10 a 1, più le donne che i maschi.
Analizziamo un caso maschile di  DCA, grave e complesso, attraverso la presentazione della storia clinica, degli incontri con il paziente e dei piani assistenziali.
I sintomi presentati, il vomiting, le abbuffate e l'iperattività fisica, sono  estremi e le caratteristiche anamnestiche associate appaiono tipiche: i genitori sono separati e la figura del padre è assente, il paziente è stato un atleta ad alto livello ed ha curato fin da piccolo il suo corpo (anche il corso di studi e il lavoro sono focalizzati sul corpo); non ha relazioni sentimentali significative, finora accuratamente evitate. Come altri casi di DCA in pazienti maschi, la distorsione dell'immagine corporea è correlata alla ricerca di un corpo possente, atletico e pieno di energia, che nasconde una non chiara identità sessuale.
Anche le difficoltà terapeutiche ed assistenziali sono estreme: il paziente, durante la sua fase anoressica, non si è mai rivolto ad uno specialista (viene preso in carico per il DCA solo dopo la frattura spontanea del femore, come è avvenuto in alcuni casi gravi segnalati dalla letteratura) e lo fa solo successivamente, quando il disturbo diventa francamente bulimico per i vissuti depressivi e i pensieri autolesivi che spesso si associano alla bulimia.
Il caso in oggetto rappresenta, in modo paradigmatico, le difficoltà di mantenere un setting terapeutico costante e, al contempo, flessibile per adattarsi ai bisogni del paziente e ai suoi continui cambiamenti.