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Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Corso di laurea in infermieristica - Sede di Modena

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Titolo Tesi  Una speranza dopo l'arresto cardiocircolatorio: il trattamento dell'ipotermia terapeutica e la rilevanza dell'assistenza infermieristica
Cognome e NomeCuoghi Benedetta
Relatore(i)Begliomini Bruno, Marudi Andrea, Lega Alessandro
Anno Accademico2012/13
Tipo tesicompilativa

Riassunto

 

Da un'indagine ISTAT (Istituto Italiano di Statistica) del luglio 2013 sulle cause di morte è emerso che il 20% è provocato da un arresto cardiocircolatorio: interruzione dell'attività elettrica e meccanica del cuore, che induce un'alterazione della coscienza/stato di coma, danni irreversibili anossici e da riperfusione agli organi e tessuti, colpendo principalmente il cervello. 
Si tratta l'attacco acuto con manovre rianimatorie: rianimazione cardiopolmonare, per garantire ossigenazione ai tessuti e funzione di pompa del cuore; defibrillazione precoce per la ripresa dell'attività elettrica spontanea; ALS (manovre vitali di supporto) come la ventilazione meccanica, per la stabilizzazione cardiaca. Sono necessarie poi terapie volte al trattamento delle cause induttive ed alla prevenzione e limitazione dei danni successivi all'attacco acuto. Il trattamento dell'ipotermia terapeutica indotta ossia l'abbassamento della temperatura corporea interna con metodi non invasivi o invasivi per 24 ore tra 32°C e 34°C e successivo riscaldamento, provoca: riduzione sensibile del metabolismo cellulare, fabbisogno minimo per mantenere le funzioni vitali, arresto della degenerazione cellulare e in particolare di quella neuronale (che coordina l'attività di quasi la totalità dell'organismo), dimostrando così di essere efficace per l'interruzione dei danni irreversibili cerebrali, per ridurre l'edema cerebrale, la pressione intracranica, il metabolismo cellulare, la cascata di eventi negativi cellulari dopo un danno anossico, migliorando l'outcome neurologico del paziente ed aumentando la probabilità di sopravvivenza. Per ottenere risultati positivi ed efficaci, il trattamento deve essere attuato da un'equipe clinica di infermieri e medici preparati, che segua ed applichi il protocollo prestabilito, che conosca e riconosca le conseguenze fisiologiche e le complicanze che si possono verificare applicando accuratamente l'assistenza ed il monitoraggio clinico durante l'intera procedura.