L’American Diabetes Association definisce l’ipoglicemia come una “sindrome che comprende tutti quegli episodi di un’atipica riduzione della concentrazione plasmatica del glucosio inferiore a 65–70 mg/dl (3,6–3,9 mmol/l), che espone gli individui a un potenziale rischio”. Le ipoglicemie sono una complicanza frequente, che colpisce tutte le età e con importanti ripercussioni sociali ed economiche; infatti non solo le ipoglicemie maggiori, ma anche quelle sintomatiche influenzano negativamente la qualità di vita e i costi. Una maggiore consapevolezza dell’importanza del fenomeno ipoglicemie, spesso misconosciuto, e il riconoscimento della qualità della vita come importante mediatore fra decisioni cliniche e risultati, è un passo fondamentale per migliorare l’assistenza complessiva nei confronti di coloro che presentano questa condizione.
L’obiettivo di questa tesi è quello di delineare un percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale rivolto alle persone soggette ai disordini ipoglicemici, in cui l’infermiere possa inserirsi a pieno titolo con le sue competenze relazionali e tecniche.
L’infermiere è infatti un professionista sanitario, parte integrante di un’équipe multidisciplinare, dotato di competenze, che può utilizzare per garantire un corretto approccio alla persona con sindromi ipoglicemiche e per avere un ruolo di primo piano nel progetto assistenziale centrato sui bisogni dell’assistito.
Attraverso la cura della relazione e della comunicazione, elementi trasversali dell’azione clinica dell’infermiere, è possibile pianificare una serie di interventi relazionali, educativi e preventivi, di provata efficacia, che possono controllare l’ipoglicemia e, così facendo, migliorare la qualità di vita delle persone.
