La contenzione viene definita come un metodo fisico o meccanico applicato al paziente in modo da ridurre la sua libertà di movimento e di azione. E’ uno strumento estremo con finalità di sicurezza e di controllo, per i casi in cui è a rischio l’incolumità fisica del paziente e/o di altri e per cui altri provvedimenti siano controindicati o siano risultati insufficienti.
Lo scopo di questo studio è descrivere la frequenza dell’uso della contenzione meccanica in un reparto psichiatrico per acuti, nell’arco di circa 8 anni, ed analizzare quale variabile relativa ai pazienti, all'equipe e all'organizzazione del reparto possa aver influito in modo significativo sull'uso di questa procedura.
Questo studio retrospettivo è stato condotto nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Modena Centro dell'Az.USL-MO. All’interno del campione, costituito dai pazienti ricoverati dall’1-1-2005 fino al 31-12-2012 sottoposti a contenzione, sono state raccolte le seguenti variabili: età, genere, nazionalità, diagnosi psichiatriche, comorbilità organica, regime e durata del ricovero, motivazioni e durata della contenzione, turno infermieristico e giornata della contenzione rispetto al ricovero, numero dei pazienti ricoverati nel momento della contenzione e cambiamenti organizzativi intervenuti nel periodo di tempo considerato. Le variabili del nostro campione sono state confrontate statisticamente con quelle di tutti i pazienti ricoverati nello stesso arco di tempo non sottoposti a contenzione.
I dati ottenuti indicano che la contenzione meccanica è stata utilizzata principalmente come strumento estremo per affrontare comportamenti pericolosi, soprattutto di pazienti maschi durante le prime giornate di ricovero. Il suo uso è stato condizionato non solo da fattori clinici, ma soprattutto da fattori organizzativi relativi allo staff e alla struttura, che hanno permesso una progressiva ma significativa riduzione del ricorso a questa procedura.