Università degli studi di Modena e Reggio Emilia

Lo scopo primario di questa tesi è quello di esporre cosa concretamente si faccia nel mondo, in Italia e in particolare nella regione Emilia Romagna, in materia di sicurezza del paziente in comparto operatorio. È stata effettuata una ricerca su banche dati come Cinhal e Pubmed, dalla quale sono risultati utili 134 articoli dei quali realmente utilizzati solo 15. In particolare è stato utilizzato il libro pubblicato dall’OMS nel 2009 “WHO Guidelines for safe surgery 2009: safe surgery saves lives” e documenti del Ministero della Salute. Una parte consistente dell’elaborato è stato speso per descrivere l’importanza di uno strumento recente ed innovativo che è la checklist in sala operatoria (cos’è, come si usa, come non si usa, chi se ne occupa). È stata inoltre sottolineata l’importanza della comunicazione in ambiente complessi come quello della sala operatoria. 

In definitiva l’errore in chirurgia è ineliminabile, anche in sistemi sanitari ad elevata qualità e il fattore umano ne è il principale responsabile. Perseguire però, gli obiettivi di sicurezza è possibile grazie al coinvolgimento di tutta l’équipe e l’adozione di strumenti proprio come la checklist. Dopo l’adozione della checklist in diversi ospedali infatti, il tasso di complicanze è sceso dall’11% al 7%, la mortalità ridotta dall’1,5% allo 0,8% e il tasso di infezione si è ridotto drasticamente dall’88% al 33%. Applicata su scala globale la checklist ha il potenziale, se utilizzata correttamente, di prevenire un gran numero di morti e complicanze invalidanti. A fronte di queste evidenze, l’utilizzo della checklist dovrebbe essere implementata in tutti i contesti operatori ed ogni componente di ogni équipe dovrebbe essere istruito ed incentivato ad un suo corretto e scrupoloso utilizzo.